Angel Olsen: La recensione di “Forever Means”

  • Angel Olsen – Forever Means
  • 14 Aprile 2023
  • ℗ Jagjaguwar.

Le atmosfere country e americana di “Big Time”, settimo disco della cantautrice del Missouri, uscito nel 2022, si dissolvono in un EP sperimentale in cui la Olsen si confronta con altri generi.

L’EP è nato durante le sessioni di “Big Time”, alla produzione troviamo Jonathan Wilson, produttore di Father John Misty, Florence + The Machine e Roger Waters, che spinge il disco verso un indie-folk, che strizza l’occhio al Jazz e a suoni più graffianti, mentre la cantante si confronta con le relazioni sentimentali e il dolore.

“Nothing’s Free”, traccia di apertura di questo EP, è probabilmente la canzone che colpisce di più fra le quattro. Tra i colpi leggeri di batteria, e la sezione melodica composta da piano e contrabasso la voce della Olsen scappa, immersa nel riverbero, da quello che pensava fosse il suo posto sicuro, aiutata da assoli di organo e sassofono. In “Forever Means” sotto la superfice indie-folk si nasconde un’anima soul. “Per sempre significa cercare di vedere / Per sempre significa dire cosa hai in mente”, canta Angel, in una malinconica canzone d’amore. “Time Bandits” torna ad attingere da alcuni elementi Jazz, ma la composizione è completamente abbandonata dentro ambientazioni folk. Nella traccia di chiusura “Holding On”, la leggerezza di questo progetto scompare, sostituita da chitarre distorte e sezioni ritmiche trascinanti. La voce della Olsen appare compressa e distorta, mentre canta “Non riuscivo a vedere la luce / Non riuscivo a vedere la luce”.

Voto: 7/10

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