- Being Dead – When Horses Would Run
- 14 Luglio 2023
- ℗ Bayonet Records
I Being Dead – Falcon Bitch, Gumball e Ricky Moto – prima di essere una band, sono un trio di amici per la pelle. Questo aspetto emerge molto nelle loro composizioni, che oscillano fra lo scherzo e la sincerità. Ed il loro debutto in studio, “When Horses Would Run”, ingloba proprio questa atmosfera, con l’aggiunta di un titolo accattivante che rimane un po’ sospeso, incompleto, anche se il quadro risulterà chiaro appena metteremo il disco sul piatto.
La genesi dell’album risale al 2017, periodo in cui la band inizia a buttare giù del materiale. Nel 2018 esce il loro primo singolo “Perks of Death” che si immette su un binario ben preciso: Testi allucinati e ritmo punk-garage/psych. Qualche mese più tardi è la volta del secondo singolo “Wild Man”, il cui sound risulta più morbido rispetto all’esordio, rimandando a sonorità beat, mantenendo la stessa linea di testi. Il cambio di rotta avviene nel 2019 con l’uscita dell’EP “Fame Money Death By Drive By” dove si avverte un aumento di qualità, in particolare nell’arrangiamento dei brani. I Being Dead si divertono a stravolgere il formato-canzone, cambiando ritmo, momenti psichedelici, controcanti alla Beach Boys e chitarre punk. La formula è stata trovata. Tuttavia, dall’uscita di Fame Money si dovrà attendere fino al 2023 per vedere l’uscita di “Muriel’s Big Day Off”, primo singolo estratto da “When Horses Would Run”.
“When Horses Would Run” ci proietta in paesaggi vividi: distese desertiche, scantinati sporchi, colline lussureggianti. I Being Dead ci prendono per mano, portandoci nel loro mondo, in cui possiamo immergerci in storie di taccheggiatori spensierati, cowboy ribelli e gli ultimi momenti di un Buffalo solitario sul campo.
“Muriel’s Big Day Off” è un brano che mostra il processo creativo dei Being Dead, in cui la l’istinto è preferito ai laboriosi tecnicismi. È stata ispirata da un trip di LSD di Falcon Bitch e Gumball, in cui – dopo aver bevuto vino sulla veranda e “essersi divertiti molto con un albero” – sono tornati a casa, innamorati dei disegni delle loro dita sulla chitarra piuttosto che del modo in cui suonavano gli accordi. La canzone racconta di un personaggio chiamato Muriel e del suo migliore amico Friedrick, che trascorrono la giornata facendo esattamente ciò che vogliono: girare per la città, bere tè e rubare. “The Great American Picnic” in apertura oscilla fra una canzone di surf-rock e una canzone dei Siouxsie and the Banshees.
Il mondo fantastico di “When Horses Would Run” offre anche delle piccole composizioni, ma che nel contesto funzionano molto. Come “God vs Bible” un motivetto alla “White Album” che smorza un po’ la storia, oppure la dichiarazione di intenti di “We Are Being Dead” (“Noi siamo i Being Dead, e ti aiuteremo ad avere un bel momento”). “Come On” ripropone un riff surf-rock riverberato con tonalità decadenti post-punk goth. Il disco abbassa i giri con brani come “Misery Lane” e “Livin’ Easy”, forse un po’ troppo da risultare piatte, senza spessore.
In tutta l’opera si sente la forte influenza dei Beach Boys, sia per gli espedienti vocali sia per il suono delle chitarre. Questa influenza si percepisce ancor di più in brani costruito attorno ad un’armonia vocale, come la title-track “When Horses Would Run” oppure “Daydream”, secondo singolo estratto dall’album. Quest’ultimo ripesca a pieno titolo un sound prettamente american-indie (vedi la voce della band “Team Callahan”). “Oklahoma Nova Scotia” chiude l’album e sottolinea l’inclinazione lo-fi dei Being Dead.
L’esordio in studio dei Being Dead è un agglomerato di suoni, visioni e riverberi che sognare e divertire allo stesso tempo. Il trio, da buona tradizione texana, influenzato principalmente dal decennio 60s, sfoggia sonorità garage energiche. Sicuramente sui loro scaffali sarà presente come minimo anche una copia di “Freak Out”. A mani basse uno degli esordi più interessanti del 2023.
VOTO: 8.2/10