Maya Hawke: La recensione di Chaos Angel

Review

Voto
6.7/10
Overall
6.7/10
  • Chaos Angel – Maya Hawke
  • 31 maggio 2024
  • MOM + POP 

Saltando da un set all’altro, Maya Hawke ha ripreso in mano penna e microfono consegnando ai fan Chaos Angel, terza tappa discografica che allontana l’idea di una semplice parentesi musicale.
Figlia d’arte d’eccellenza, la venticinquenne è la primogenita dell’ex coppia Uma Thurman (Pulp Fiction)-Ethan Hawke (L’attimo fuggente). Per qualcuno sarà scontato, per altri invece va detto, o ricordato, che ha trovato il successo internazionale interpretando uno dei personaggi più amati di Stranger Things (Robin), serie che proprio alla musica attribuisce un’importanza centrale. E per chi non lo sapesse, alcuni membri del cast si sono dedicati a diversi progetti musicali negli ultimi anni: Finn Wolfhard (Calpurnia, The Aubreys), Joe Keery (Post Animal, Djo) e Charlie Heaton (batterista per un breve periodo) potrebbero, chissà, suonare al prossimo disco di Maya Hawke.

Fantasie a parte, l’attrice ha messo insieme dieci canzoni gradevoli di stampo folk-pop, sulla scia dei precedenti Blush (2020) e Moss (2022).
L’angelo del caos non porta disordine in queste storie, facendo emergere la bellezza e la semplicità delle cose nonostante tutto, anche dalla tristezza.
Le melodie semplici e orecchiabili rispecchiano la leggerezza e i toni pacati adagiandosi come piume sulla poetica di Hawke, che concede rari passaggi di spigolosità riflessiva e una maggiore attenzione a ricordi, ragionamenti per immagini e deduzioni per contrasto.

Chaos Angel


Ad aprire le danze in Chaos Angel c’è la compagna di avventure Sadie Sink (Max in Stranger Things), che interviene come voce narrante in Black Ice. Gran parte degli arrangiamenti recuperano gli insegnamenti del folk d’annata, mentre la voce sottile e leggera tende all’emulazione per apprezzamento della contemporanea Taylor Swift.
Un po’ di chitarre beatlesiane invece in Missing Out e Okay, il cui finale insiste su “If you’re okay, then I’m okay”, una parte che sembra uscita da un intermezzo musicale di  “Tutti dicono I love you” (Woody Allen).
Wrong Again, Big Idea e Promise scorrono lisce e senza pretese.
L’unico brano che passa il turno velocemente è Better, che consuma in poco più di un minuto il tentativo di mettere insieme voci elettroniche a cappella, abbozzando quella che potrebbe essere la sigla di una serie TV per ragazzi in stile Hannah Montana.

E sul podio delle prime tre arrivano (senza ordine):
Dark, struggente ma non troppo, un brano in cui ci si può riconoscere per qualche amore fallito, che nel complesso ha quel qualcosa in più, fosse solo per l’intervento della chitarra elettrica insieme alla batteria dopo un lungo inizio in sordina.
Hang In There, una ballad consolante che poteva far venire in mente all’attrice di chiedere un featuring a Glen Hansard;
Chaos Angel, il momento in cui Maya Hawke concentra le sue riflessioni simboliche per poi farle esplodere orchestrando una dichiarazione d’amore in crescendo.

Chaos Angel è un’opera delicata che si inserisce bene nel filone indie folk-pop da ascoltare in modo spensierato e senza impegno (almeno fino a questa prova discografica). Adatto per tutte le stagioni, da ascoltare davanti al fuoco, in riva al mare, sotto la pioggia o durante un pic-nic di primavera.


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