Clauscalmo: La recensione di Passo Monteluna

  • Clauscalmo – Passo Monteluna
  • 19 aprile 2024
  • ℗ La Tempesta Dischi

Clauscalmo si presenta come un progetto intimo e stratificato, nel quale l’autrice investe musicalmente per creare un genere ibrido che riunisca un ascolto retro e una potenza atavica. Il progetto solista di Clara Romita, artista e batterista salentina classe 1994, giunge dopo vari episodi musicali pubblicati sporadicamente a un vero e proprio album, due anni dopo l’ep Record e varie collaborazioni (72-Hour Post Fight, Any Other, Montag, Vipera). Il suo particolare stile, che nei live del suo progetto la vedono cantante e allo stesso tempo percussionista, è arricchito da uno stile musicale complesso ma anche lineare, onirico e ritmico insieme. 

Passo Monteluna, un nome ispirato dalla serie videoludica “Star Fox”, esprime in poco più di una mezz’ora le idee creative della sua autrice. La nuova produzione, condotta insieme a Niccolò Cruciani (C + C = Maxigross), esce per La Tempesta Dischi il 19 aprile 2024. Le undici tracce inserite nel disco sono anticipate da due singoli presenti nell’album, Il nome del capitano e A metà

Passo Monteluna

La musica di Clauscalmo viaggia tra un’epoca e l’altra, che tocca un cantautorato vintage e subito dopo svolazza verso la musica contemporanea e i suoi sperimentalismi. Un soffice motivo di chitarra apre il disco, in cui si inseriscono con dolcezza gli altri strumenti e il cantato (Casca la terra). L’atmosfera del disco è stata appena messa sul piatto, e prosegue lungo tutta la sua spina dorsale. La voce accompagna sottile, avvolta bene nelle trame delle composizioni; i ritornelli sono invitanti ed efficaci, e spesso sublimano l’insieme degli strumenti presenti nei brani.

Il singolo A metà incatena chi ascolta in un ritmo gentile, esordito dalle pennate di una chitarra elettrica, e cresce progressivamente fino a una sorda esplosione. Se lui non viene incalza l’ascoltatore fino ai due interludi centrali del disco, Reprise e Niente da fare, e approda all’armoniosa ed evocativa Un brutto sogno si ripete spesso. Infilato tra due tracce di raccordo, le quali abbracciano un ensemble di strumenti, c’è Patti chiari, che unisce un elaborato songwriting a dritte sezioni musicali. Ora io vado via è una giusta fine del viaggio, un brano lungo e conclusivo, che certifica e porta a compimento l’ambiente uditivo che è stato impalcato finora.

Clauscalmo lascia l’ascoltatore in balia di un lento viaggio dentro un sapere intimo e circoscritto, in cui le riflessioni musicali gli fanno da padrona. È un viaggio di maturità e coscienza, per un disco d’esordio dal sound riconoscibile e che ispira una pregevole sicurezza artistica. L’ascolto del disco ispira coerenza e confidenza, riuscendo ad aprire le porte del mondo ben illustrato e a dare l’idea che definisce lo stile musicale di Clauscalmo. 


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