Gazzaladra: La recensione nuovo disco dei Skelets on Me

Elettronica e indie-pop si fondono insieme nel nuovo progetto del duo.

Review

Voto
7.4/10
Overall
7.4/10
  • Skelets on Me – Gazzaladra
  • 28 Giugno 2024
  • ℗ WWNBB

Il progetto, inizialmente ideato dall’artista di Brunico Valentina Giani, non è per niente nuovo, anzi. Il primo EP, Sometimes I Wish Your Eyes Could Speak, risale ormai a dieci anni fa, quando l’unico elemento del progetto, era proprio l’artista nata tra i monti dell’Alto Adige. Da quel momento sono cambiate un sacco di cose – Francesco Puccinelli entra in pianta stabile nel ruolo di batterista, escono nuovi EP, e gli Skelets on Me iniziano un percorso di crescita culminato lo scorso 28 Giugno, con la pubblicazione di Gazzaladra

Il nuovo EP, uscito per WWNBB è a tutti gli effetti un secondo debutto. Se il gruppo si era distinto per sonorità scuola K Records (Sleater-Kinney, Breeders, Huggy Bear), negli anni precedenti, qui la situazione è completamente diversa. Gazzaladra abbraccia sonorità del tutto nuove. La parola d’ordine in questa loro nuova era è elettronica. Con l’aiuto di Angelo “Kalpa” Mallardo, che mette la firma in tutte le sette tracce del disco, il duo mette al centro del quadro le sonorità cercate nell’EP precedente, My Heart is a Jungle, per costruirci intorno un paesaggio incredibile, tra sonorità chillwave, strizzatine d’occhio al Big Beat e, a tratti vaghi richiami al Trip Hop. 

Gazzaladra

La sezione ritmica si amalgama perfettamente ai suoni striduli e cupi nell’apertura Funny. Sono soluzioni particolari quelle cercate sulle voci di Valentina, che di solito siamo abituati a sentire nell’Hyper Pop, ma qua calzano a pennello. Su Stranger (Somehow) il microfono passa a Puccinelli, che danza su un beat gigantesco, mentre alle sue spalle glitch e chitarre esplodono in strati sonori sfocati. La metà dei questo progetto è il suo fiore all’occhiello. Try rallenta il ritmo e si sposta su altri territori. Le linee di basso sono le vere protagonista, si rifanno a spunti Jazz e costruiscono il canale perfetto per riverberi e ritmiche chillout, prima che il disco voli sulle atmosfere Dream Pop in Baby. Di gran lunga la traccia migliore del disco, ha un groove energico a sostegno di voci leggere e sintetizzatori caldi e avvolgenti. 

Con Sunday Bubu il duo torna a sonorità a cui eravamo stati abituati nei progetti precedenti. “She is so good / She is so blue” – canta Giani in un ritornello che difficilmente riuscirà ad uscirti dalla testa. Let Me Play è forse l’unico passo falso di Gazzaladra, non tanto a livello di struttura (stiamo comunque parlando di una buona traccia), quanto a livello di suono. Sembra completamente fuori dalla linea che gli Skelets on Me hanno adottato per questo progetto. Poco male comunque, perché con la title-track, nonché traccia di chiusura, aggiustano immediatamente il tiro. In Gazzaladra, con la collaborazione del duo triestino Le Isole, alla produzione ci spostiamo verso sonorità esotiche. Un corposo basso funky guida le ritmiche cadenzate e sussurri da brivido, creando un’atmosfera in netto contrasto con il testo introspettivo e malinconico. 


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