- Give Vent – Everything Happens at the Same Time
- 15 Settembre 2023
- ℗ Give Vent
I Give Vent sono tornati, dopo una pausa durata sei anni con il loro secondo album in studio, dal titolo “Everything Happens at the Same Time”. Dopo una serie di date in Giappone, nel 2017, il progetto dell’Artista emiliano Marcello Donadelli (Moscova, You vs Everything), ha dovuto superare qualche ostacolo e alcuni cambi di formazione. Ad oggi, la formazione comprende, oltre Donadelli all chitarra e voce, Enrico Tosti, chitarra, Davide Farina al basso e Simone Giari alla batteria.
L’intera lavorazione del disco è avvenuta presso l’Associazione Ekidna, sotto la supervisione di Michele Zamboni. Alla realizzazione del progetto hanno poi contribuito le Tacobellas, Luna Malaguti e Hooliguns’n’roses, per quanto riguarda le voci, e il trombettista Carlo Fiora.
Il prodotto finito, si districa in maniera perfetta tra una fitta schiera di generi e sonorità differenti. Da un punto di vista compositivo, la band è riuscita a prendere i punti più deboli di questo disco, le sbavature vocali, l’acustica non ottimale e valorizzarli invece che correggerli, dando il giusto spazio anche alle imperfezioni.
Il disco si apre proprio con queste imperfezioni. “Waiting” ha uno scheletro punk-rock anni ’90, ma l’involucro e perfettamente al passo con i tempi, rievocando atmosfere sentite in progetti come “Militaire Gun”. “Geometric Theory of Gravitation” costruisce tutto il suo groove nella batteria di Giari, mentre in “Death By Comfort” la band vira verso sonorità hardcore-punk west coast.
“Incredible”, taccia più lunga del disco, si sposta verso sonorità più alt-rock di primi anni ’10. Lo strumming leggero e ovattato della chitarra acustica fa da supporto alla voce filtrata di Donadelli, prima che la canzone esploda in un uragano di suoni. In “Intrepid Explorers” la band si addentra verso atmosfere dai toni dream-gaze, dettati da linee melodiche di synth granulari. La traccia defluisce lentamente in “Sentimental Education”, in cui la band torna a suoni di matrice punk/rock della westcoast.
“Long Goodbye”, chiusura del disco, si addentra in territori post-rock. Chitarre stridenti, e arpeggi di chitarra si avviano verso strumentali contorte, in cui la voce di Donadelli passa in secondo piano, lasciando spazio a un turbine sperimentale di synth, ottoni, e fill di batteria.
Voto: 7.6/10
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