- Love Changes Everything – Dirty Three
- 28 giugno 2024
- Drag City
Dopo 12 anni i Dirty Three hanno rilasciato Love changes everything, sei tracce che non tradiscono lo stile e la filosofia musicale del trio.
Chi segue Nick Cave, sa bene che negli ultimi trent’anni ha collaborato con il violinista e compositore Warren Ellis, colonna portante anche della band australiana, con cui padroneggia a proprio piacimento gli schemi del post rock, cambiando e rompendo le strutture con semplicità.
La vocazione strumentale ha portato Ellis a firmare molte colonne sonore, alcune delle quali proprio con Nick Cave (come ad esempio per The Road, thriller fantascientifico con Viggo Mortensen), ricordando inoltre un altro duo collaudato che alterna il lavoro di band alle soundtrack per il cinema: Trent Reznor e Atticus Ross.
Per cui le coordinate strumentali hanno condotto Love changes everything (opera che dà il titolo a tutte le tracce) verso strade che in un modo o nell’altro sono state già percorse.
Non si può di certo urlare al miracolo o fare un paragone con l’apice raggiunto con Ocean Songs.
Ciononostante ci sono spunti interessanti ed un filo conduttore che lascia un senso di sospensione in bilico tra creazione e annullamento, senza mai portare alla distruzione, ma trovando sempre un espediente risolutivo. Partendo da questa altalena emotiva, si è tentato di abbozzare a livello simbolico quanto metabolizzato dagli ascolti.
Love changes everything I
Incipit con rumori industriali. È una jam in cui i tre strumentisti prendono le misure, tracciando un’ipotetica direzione.
C’è una ricerca insistente del caos, dissimulata dai loop classicheggianti del violino. Poi la corsa di Jim White dietro le pelli, sporcata dalle distorsioni di Mick Turner. Chiusura improvvisa.
Love changes everything II
Pianoforte malinconico in primo piano, accenni di batteria, un tappeto di riverberi e violino distorto. Chiudendo gli occhi si ha davanti un caleidoscopio che stringe sui ricordi più cari e allarga sui pensieri disturbanti. Anche se l’immagine cambia, la band continua la seduta di ipnosi adattandosi ad ogni sfumatura dell’inconscio.
Love changes everything III
Prosegue sugli strascichi del secondo episodio, lasciando inizialmente il timone alla batteria.
Lo scenario potrebbe essere in un luogo qualsiasi, magari in un porto alle prime luci dell’alba, con i movimenti dei marinai che si annodano ai suoni delle altre navi prima della partenza. Il pianoforte partecipa a questo rito preparando la scena al violino e alla chitarra. Prima di mollare gli ormeggi il pizzicato del violino anticipa il saluto in solitaria della chitarra. Così, la nave lascia il porto.
Love changes everything IV
La chitarra rimane sulla scena, aprendo il quarto episodio e dialogando sin da subito con il violino.
Se è vero che “l’amore cambia ogni cosa”, probabilmente i Dirty Three avranno scavato in profondità lasciando la rumoristica alle spalle e ricercando emozioni difficili da sonorizzare.
Il brano riesce a toccare delle corde particolari e a fornire all’ascoltatore un’ancora a cui aggrapparsi durante le riflessioni amorose.
Love changes everything V
Una volta raccolti gli strumenti e lasciata la nave, si può immaginare un’altra scena, con Ellis e soci fermi al binario di una stazione vuota.
La jam session questa volta prepara l’arrivo di un treno fantasma, con chitarre psichedeliche e violini che si alternano per simulare il movimento e la velocità crescente. Dopo il passaggio ravvicinato, i tre continuano a guardare il treno e a diminuire l’intensità.
Love changes everything Vol. I
Lasciata la stazione, gli strumenti riprendono a suonare librandosi verso l’alto, affidando ancora una volta al pianoforte (e successivamente alla chitarra) il compito di armonizzare l’ambiente sonoro, trovando un compromesso con i fraseggi ipnotici del violino. La batteria, che in tutto l’album rincorre e si fa rincorrere, contribuisce a mantenere quel continuo senso di sospensione, che ora si trasforma in equilibrio, un momento dopo fa rimanere aggrappati ad un filo a strapiombo nel vuoto.
Love changes everything si candida a soundtrack sperimentale, una di quelle su cui poter costruire una fiaba moderna, una sceneggiatura o una storia d’amore… che può cambiare tutto.
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