Suki Waterhouse: la recensione di Memoir of a Sparklemuffin

Review

Voto
7/10
Overall
7.0/10
  • Suki Waterhouse – Memoir of a Sparklemuffin
  • 13 settembre 2024
  • ℗ Sub Pop Records

Una specie di ragno variopinto inserito nel titolo di un disco? Può sembrare una scelta azzardata, ma è l’ultima trovata musicale di Suki Waterhouse. La cantante e modella inglese, infatti, è appena tornata sulla scena con il suo secondo album Memoir of a Sparklemuffin, un vero e proprio caleidoscopio di immagini, ricordi e racconti della sua vita.

Il disco, diviso in 18 brani, si apre con Gateway Drug, una traccia estremamente onirica in cui l’arpeggio di chitarra va a miscelarsi perfettamente con la voce dolce della cantante; interessante la bipartizione del brano che, a metà, esplode in una forte batteria: la voce si fa più dura e viene accompagnata da voci corali che amplificano le immagini oniriche. My fun è, invece, un brano diverso dagli altri, che mostra un’altra sfaccettatura dell’artista: inizialmente più funky, poi quasi jazz grazie all’inserimento di un pianoforte a metà brano, il brano racconta della relazione della cantante con Robert Pattinson; emblematica la frase ‘Who loves me like a love my phone?’.

Il brano seguente è Modell, Actress, Whatever; Suki affronta il concetto della polivalenza dell’essere umano, qui si palesa lo ‘Sparklemuffin’, vengono a galla le mille sfaccettature che possono esistere della stessa anima. Non ci si deve limitare a scegliere, si può essere ciò che si desidera sul palcoscenico della vita.

memoir of a sparkle muffin

Proseguendo con l’ascolto, To get you è forse una delle canzoni più intime: scritta a quattro mani con Greg Golanzez dei Cigarettes After Sex, qui la cantante racconta di quanto possa essere difficile ottenere ciò che si vuole, quanto possa essere straziante fare tanti sacrifici per arrivare alla felicità e lo fa in una maniera del tutto personale, preservando la propria identità attraverso l’accompagnamento di una semplice chitarra. Significativo il confronto tra una delle prime frasi: ‘Honey you’ll never now what I did to get you’ e l’ultima frase, quasi lapidaria: ‘What I do all over again to get you’: non è importante quanto sia stato difficile in passato, ma è importante non darsi mai per scontati e scegliersi ogni giorno per preservarsi anche nel presente.

All’interno del disco sono numerosi i generi che la cantante inglese va a toccare e miscelare: dal folk (in pezzi come My Fun) all’indie-pop (in brani come, OMG e Faded), dal pop-rock fino ad arrivare ad una sfera puramente pop con importanti influenze di Billie Eilish, Lana del Rey, Cigarettes After Sex, Remi Wolf, Taylor Swift… Tornando ad un’analisi più dettagliata della tracklist, Everybody Breaks Up Anyway è un’altra traccia estremamente intima che celebra il concetto della rottura di una relazione; indipendentemente da chi tu sia, l’amore prima o poi terminerà; il testo estremamente pessimista è intonato in maniera rassegnata ed è condito esclusivamente da un pianoforte scarno e da cori nostalgici: anche qui è evidente la forte influenza di Billie EIlish.

Degna di nota è anche Big Love, forse la più energica dell’album; ‘Big Love is all I want’ la frase gridata con più sicurezza, scandita da una batteria estremamente potente a ricordarci che ognuno di noi dovrebbe puntare sempre in alto e tentare di alzare le aspettative.

A livello grafico, la copertina dell’album è estremamente ricca, quasi barocca con la cantante inglese che appare quasi come lo ‘Sparklemuffin’: come ha dichiarato lei stessa, infatti, il titolo dell’album fa riferimento al fatto che questo ragno faccia una danza per sedurre la sua amata ma, se non funziona, viene brutalmente divorato da questa. Suki Waterhouse, infatti, spera che questo disco possa piacere all’esigente mercato odierno musicale, senza essere divorata dalla sua stessa carriera. La cantante inglese, senza dubbio, ha creato un intricato collage musicale: verrà apprezzato o condannato dal pubblico?

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