Nothing But Thieves: La recensione di “Dead Club City”

  • Nothing But Thieves – Dead Club City
  • 30 Giugno 2023
  • ℗ Sony Music Entertainment UK Limited

Nonostante il panorama musicale negli anni passati ci abbia abituati a un processo di abbandono dei Concept Album, i Nothing But Thieves sono solo l’ultimo di una lista di progetti che nell’ultimo anno hanno ripreso in considerazione quel tipo di approccio.

“Dead Club City” è camaleontico, strizza l’occhio al pop, esplora territori funky, viene inondato da fiumi di sintetizzatori, ma mantiene quella corporatura alternative sporca dei lavori precedenti.

Con la produzione di Jonathan Gilmore (The 1975, Rina Sawayama) e Dominic Craik, tastierista e chitarrista della band, i “Thieves” portano quell’alternative sporco e minimal in territori synthwave. E lo fanno in maniera discreta, riuscendo a traslare in un ambiente completamente diverso, un’impronta a cui siamo abituati dal loro primo disco. 

NOTHING BUT THIEVES releases new single 'Overcome' - The Rockpit

Il disco contiene parecchi banger-rock. “Member Only”, di stampo Arctic Monkeys unisce chitarre filtrate a vocoder e suoni che ricordano vagamente dei versi felini, la traccia finale mescola riff di chitarra esplosivi a glitch e falsetti. 

Tra le voci alla Prince di “City Haunts”, le sonorità estive di “Tomorrow Is Closed” e le sezioni ritmiche esotiche di “Keeping You Around”, il disco si ammorbidisce e costruisce il terreno adatto per le nuove sperimentazioni. 

La traccia d’apertura del disco, “Welcome to the DCC”, immerge la voce di Mason in lunghi riverberi, prima di sfociare in stack di sintetizzatori anni 80. Il timbro lo-fi di “Overcome” ha l’impronta dei primi progetti dei 1975, mentre, come nei lavori precedenti, il disco rallenta verso la fine, proponendo tracce più leggere e romantiche come “Green Eyes:: Siena”. 

“Talking to Myself” strizza l’occhio all’R&B, ma non funziona particolarmente. Lo stesso discorso vale per “Keeping You Around”, canzoni ben concepite, ma che stonano nella linea del disco. 

“Dead Club City” è sicuramente lontano dall’essere un capolavoro, e sicuramente non è un disco perfetto, ciò non toglie che sia stato fatto un ottimo lavoro produttivo e concettuale, e questo fa del quarto progetto della band, un disco godibile e da non perdere se sei un amante dell’alt-rock.

Voto: 7.2/10

/ 5
Grazie per aver votato!
Articolo Precedente

Grian Chatten: La recensione di “Chaos For The Fly”

Prossimo Articolo

Tuesday Music Revival: (What’s the Story) Morning Glory? – Oasis

Latest from Recensioni