Paramore: La recensione di “This Is Why”

Paramore – “This is Why”.

10 Febbraio 2023

℗ 2023 Atlantic Recording Group LLC

Dopo quasi sei anni dall’ultimo album e un periodo non proprio positivo per la band del Tennessee arriva il sesto disco in studio.

Negli ultimi sei anni i Paramore non sono rimasti sicuramente con le mani in mano. Sono diverse le Hits che portano la firma della frontman Hayley Williams, oltre al suo album solista uscito nel 2020, “Petals for Armor”, prima fra tutte Good for You di Olivia Rodrigo. Ma ora è il loro momento di brillare.

Dopo tutti i problemi, i Paramore, sono usciti dalla tempesta più determinati e più forti di sempre, per la prima volta con la stessa formazione del disco precedente. Dopo aver assoldato Carlos de la Garza (M83, Neon Trees, Twin Shadow) alla produzione dell’album, il gruppo del Tennessee, composto dalla Williams, dal chitarrista Taylor York e da Zac Ferro alla batteria, si spinge verso la new wave e il post-punk, con testi impegnati politicamente, che forse arrivano un po’ in ritardo.

L’atmosfera di “Petals of Armor”, album solista della Williams, compare anche nella prima traccia, nonché title track. In “This is Why”, i Paramore decidono di prendere il punto forte che caratterizzava la prima ondata post-punk: la semplicità. Qui emerge anche una delle cose che rimarrà lungo tutto l’album, la Williams adotta uno stile di scrittura per cui riesce a rimanere elegante, ma irriverente nello stesso momento. In “The News”, de la Garza, opta per uno stile più morbido rispetto alla traccia precedente, salvo poi regalare un riff spigoloso sul ritornello, che lascia spazio ad una Williams inferocita che parla della “guerra dall’altro lato del mondo”. È come se, dopo un sonno durato sei anni, la band si fosse svegliata in un mondo di cui non vuole far parte. La terza traccia, “Running out of Time”, torna sulle corde che animano la title track equilibrando ancora una volta perfettamente una voce squillante ad una perfetta palette di suoni a tratti post-punk, a tratti new wave.

Il punto di incontro di questi due generi avviene nella quarta traccia dell’album. “C’est Come Ca”, qui la Williams preferisce parlare, quasi rappare, piuttosto che limitarsi a cantare. L’apice della canzone arriva sul bridge, quando la voce, in costante crescendo per tutta la canzone, si tramuta in un urlo. In “Big Man, Little Dignity” la frontman prende di mira gli uomini che abusano del loro potere, si assiste ad un netto contrasto tra la morbidezza della strumentale, che passa un po’ in secondo piano per lasciar spazio all’ironia e alla ruvidezza del testo, mentre il punto focale di “Figure 8” risiede proprio in pesantissimi riff di chitarra che prendono possesso dell’intera canzone. La sesta traccia, “You First”, è un altro punto di incontro, da una parte troviamo sempre quel post-punk, dettato dalla chitarra di York, che caratterizza un po’ tutto l’album, mentre dall’altra riemerge un indie quasi dimenticato.

In “Liar” si assiste ad un lato della Williams che non era ancora emerso nelle tracce precedenti. L’introspezione prende il sopravvento e, così come ci vuole cautela nel parlare di certe cose, lo stesso e nel suonarle. Delle dolci percussioni preparano la giusta atmosfera per delle chitarre più pulite e per una voce più calma, a tratti quasi sussurrata. Nella penultima traccia, “Crave”, Taylor York rievoca un emo-pop di primi anni 2000, mentre la frontman si scioglie in un semplicissimo ritornello. L’ultima traccia dell’album, “Thick Skull”, si mantiene sulla stessa scia della precedente, con la sola differenza di un groove più accentuato. Qui il punto forte è ancora una volta la voce, capace di saltare da un’ottava all’altra con una apparente semplicità tra una strofa e un ritornello.

I Paramore rievocano lungo tutto l’album quello che sono stati gli ultimi tre anni, tra guerre pandemie e cambiamenti climatici. Hayley Williams dimostra di avere un lato schietto e cinico, che tende a sputare la verità nella maniera più ruvida possibile. Dimostra anche di sapersi abbandonare a momenti più introspettivi, dai quali è più percepibile ciò che si nasconde dentro una persona. Farro e York danno un disegno perfetto alle linee melodiche e agli stili di questo album. Molto spesso, forse, i brutti periodi portano anche a cose positive.

Voto: 7/10

Guarda il video di This Is Why

https://www.youtube.com/watch?v=xIYJ7VaSxYY

/ 5
Grazie per aver votato!
Prossimo Articolo

Måneskin: La recensione di “Rush!”

Latest from Recensioni