Slaughter Beach, Dog: La recensione di “Crying, Laughing, Waving, Smiling”

  • Slaughter Beach, Dog – Crying, Laughing, Waving, Smiling
  • 22 Settembre 2023
  • ℗ Lame-O Records

“Ciò che conosco non è qui” è così che si apre il primo progetto, a distanza di tre anni da “At the Moonbase”, dei “Slaughter Beach, Dog”. “Crying, Laughing, Waving, Smiling”, nasce durante lo scorso luglio, nello studio di fiducia del gruppo di Philly, da un insieme di bozze, scritte da Jake Ewald durante il corso degli ultimi due anni. L’anima del disco e radicata in maniera importante all’interno di paesaggi rurali americani. Ogni canzone è curata nei minimi dettagli e attinge a palette sonore parecchio disparate, riuscendo a prendere e mescolare insieme sprazzi di folk, soft rock e un più moderno indie pop.

Curando l’album dall’inizio alla fine, senza affidarsi a produttori esterni, la riesce a preservare ogni dettaglio di “Crying”, riuscendo in alcune situazioni, nell’arduo compito di trasformare gli stati d’animo in immagini.

Slaughter Beach

“Strange Weather” pringo singolo di anticipazione dell’album, mette in luce interrogatori intrecciati con allegri ritmi soft-rock. Tutta l’essenza di questo disco, sta nella sua semplicità, che ne rende l’ascolto piacevole e incredibilmente lineare, complice il fatto che tutte le canzoni, concepite in maniera simile, riescono a fondersi l’una con l’altra.

In “My Sister in Jesus Christ” la band porta il disco verso ironia e giocosità su suoni più raffinati e chitarre squillanti, mentre “Engine” è un viaggio di quasi nove minuti all’interno dei paesaggi più tranquilli e desolati d’America. Verso metà traccia, la band da prova della sua miglior dote compositiva, con una strumentale ricca di atmosfere e riff di chitarra granulosi.

“Henry” spegne tutto ciò che non è acustico, e si rintana nelle morbide e intime armonie delle chitarre elettriche e delle leggere note di piano, creando l’atmosfera perfetta per quella che è senza dubbio la traccia più commovente di questo disco. Il disco si chiude con il ritmo terzinato di “Easter”, una traccia leggera, dai toni caldi. A tratti sembra quasi di ascoltare una ninnananna, e effettivamente la sensazione che da è proprio quella. I problemi si spengono e rimane solo quiete, prima che il disco si chiuda.

Voto: 7.4/10


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