- Guns N’ Roses – Appetite For Destruction
- 21 Luglio 1987
- ℗ Geffen Records / UMG Recordings, Inc.
Il disco di debutto più venduto della storia è uno specchio della realtà di Los Angeles di fine anni ’80 che vede il quintetto abbandonarsi agli eccessi del buon vecchio “sesso droga e Rock&Roll”, su ritmi scoppiettanti e riff spigolosi.
“Appetite for Destruction” nasce all’apice del periodo Hair Metal, che aveva trasformato le band del Sunset Boulevard in manichini con i capelli cotonati e il trucco. I primi anni ’80 avevano dato Los Angeles un’aura particolare, che la faceva apparire come un paradiso in terra, colmo di luci al neon, stravaganza e fascino. Una descrizione ben lontana dalla realtà descritta in “Appetite”. Quello che ha portato alla nascita di un disco così importante, è stato probabilmente il background musicale molto vario (e non scontato) dei cinque componenti del gruppo. Steven Adler e Duff McKagan, rispettivamente batterista e bassista del gruppo, provenivano dalla scena punk di Seattle e entrambi erano parecchio influenzati da artisti come Prince and the Revolution, Mark Lanegan, The Sonics e Queen.
Izzy Stradlin, secondo chitarrista della band, che come Axl veniva dall’Indiana, era stato influenzato da Faces, Chuck Barry, Hanoi Rocks e The Clash. Slash era quello le cui influenze erano più varie, passava dal primo Hard Rock degli Zeppelin e Aerosmith, a colonne del Blues come Buddy Waters e BB King, fino al Rock&Roll dei Doors, o i Rolling Stones. Axel invece aveva avuto un background più particolare. Dopo che il suo padre biologico l’aveva abbandonato, era cresciuto con la madre e il suo nuovo marito, un pastore di chiesa. Le ferree regole di quest’ultimo, imponevano a Rose il divieto di ascoltare artisti che non fossero Elvis, o Elton John o pochi altri. Elton John avrà una grossa influenza in Axl, che emerge non tanto in Appetite, quanto nel capolavoro in due atti “Use Your Illusion”.
Dopo una militanza di circa tre anni in altri gruppi e non pochi problemi nell’attrarre i discografici, nell’86 la formazione originale, composta da Axl Rose alla voce, Slash alla chitarra solista, Izzy Stradlin alla chitarra ritmica, Duff McKagan al basso e Steven Adler alla batteria, danno alle stampe il loro primo EP: “Live ?!*@ Like a Suicide”, con lo scopo di attrarre oltre che pubblico, un produttore abbastanza forte da poter tener testa all’uragano che erano i Guns N’Roses.
Il 21 Luglio del 1987 dopo assurde peripezie, sprechi di soldi e cambi di produttori, la band pubblica “Appetite for Destruction”. Dopo aver provato, con scarsi risultati, a lavorare con Manny Charlton dei Nazareth e Paul Stainley dei Kiss, la band reclutò Mike Clink, che aveva prodotto i Mötley Crüe, Whitesnake, Megadeth e altri. Il risultato? Un disco incredibile, fuori dai canoni del rock di quel periodo, caratterizzato da suoni graffianti crudezza e nessun pelo sulla lingua. Appetite è stato registrato in circa un mese ai Rumbo Recorders Studios di Los Angeles.
Il biglietto da visita per questo viaggio sul Sunset Blvd di L.A. è “Welcome to the Jungle”. Una delle intro più riconoscibili nella storia del rock, a base di distorsioni e ritmi metallici ci scaraventa in un ambiente selvaggio, che non si fa problemi a distruggere i più deboli. “Lo sai dove sei? / Sei nella giungla, tesoro / E morirai” canta un Axl Rose rabbioso, mentre la batteria di Adler si trasforma in una sezione ritmica cupa e esotica sotto gli squilli della Les Paul di Slash. “It’s So Easy” forma una combo perfetta con la traccia precedente. Intro ancora una volta tra le più riconoscibili del panorama rock, ad opera del basso di Duff. Rose parla senza alcuna inibizione di piaceri carnali, in maniera violenta tra urla e i metallici assoli di Slash. In “Nightrain” il ritmo è scandito dalla cowbell di Adler.
È una fotografia sulla vita delle rockstar, fatta di sbronze colossali e danze con Mr. Brownstone. “Sono carico come un treno merci / Volando come un aeroplano / Mi sento come un cervello spaziale.” “Out Ta Get Me” Axl Rose parla dei suoi rapporti con la polizia, da cui era perseguitato sia dal periodo dell’adolescenza a Lafayette in Indiana. Rose non era sicuramente un ragazzo tranquillo, ma come detto in diverse sedi, sia da lui che da conoscenti, in diversi casi veniva preso dalla polizia come capro espiatorio per cose che non aveva fatto.
“Mr. Brownstone” è un altro dei grandi banger di questo disco. Gli slide distorti di Slash e le percussioni di Adler spianano la strada alla voce graffiante di Axl che scrive una canzone sul grande amore di gran parte della scena rock: L’eroina. Sebbene la droga sia un punto chiave di questa canzone, il brano è incentrato sulla trasformazione da ragazzo normale a rockstar schiava degli eccessi. Un arpeggio semplice e pulito seguito dalla sezione ritmica altrettanto pulita, esplode in “Paradise City”. “Portami giù, a Paradise City / Dove l’erba è verde e le ragazze sono carine” è un botta e risposta fra il sogno e la realtà. Pardise City è un posto dove rifugiarsi per scappare da quella Los Angeles pericolosa. Durante i suoi quasi sette minuti si alternano i riff brillanti del ritornello a quelli di gran lunga più sporchi delle strofe.
Dopo aver sentito le tracce precedenti non è difficile capire quale sia il modo per arrivare a Paradise City. “My Michelle” è ispirata ad un’amica d’infanzia di Axl torna ad affrontare i temi del sesso e dell’abuso di sostanze, con la lingua tagliente del frontman della band. “Think About You”, ottava traccia del disco, è una canzone d’amore, scritta da Izzy Stradlin, i cui protagonisti sono ancora una volta il sesso e la droga, in un ambiente come quello di Hollywood. Sul finale della canzone si alternano arpeggi di chitarra elettrica e acustica in perfetto stile hair metal. È l’unico spezzone nelle tracce di questo disco riproporre quello stile.
Come per “Welcome To The Jungle” e “Paradise City”, bastano solo le prime tre note per capire che stai per ascoltare “Sweet Child O’ Mine”. Dopo la sua uscita la traccia raggiunse la prima posizione della Hot 100 di Billboard, mentre Guitar World mise l’assolo di Slash al 37 ° posto come più grande assolo di sempre. La traccia è nata in una casa in cui la band viveva, mentre Slash stava improvvisando qualcosa sulla sua chitarra. Axl ci mise sopra una ballata che aveva scritto per la sua ragazza di allora.
“You’re Crazy” mescola eccitazione a ritmi veloci e riff taglienti, che abbracciano gli acuti di Rose mentre si scaglia contro una ragazza ossessionata dal sesso. Nel disco successivo, “G N’R Lies” è contenuta la versione originale, eseguita interamente in acustico. “Anything Goes” è una delle prime canzoni che il gruppo ha scritto, intorno al 1981. Una versione embrionale faceva già parte del repertorio degli Hollywood Rose. Qui per la prima volta (è unica in questo disco), la chitarra di Slash impara a parlare, aiutata dal talkbox.
Con “Rocket Queen”, “Appetite For Destruction” giunge al termine. Il groove di batteria di Adler introduce una serie di strati di chitarra. Sotto la superfice, fatta di riff taglienti, sono inseriti una serie di gemiti registrati da un rapporto sessuale avuto tra Axl e l’allora ragazza di Steven Adler nello studio in cui la band stava registrando il disco. Sotto i riff pesantissimi e la corazza hard-Rock di questa traccia sia nasconde un finale più dolce, in cui Axl fa vedere il suo lato “romantico”. “Non lasciarmi mai, di che ci sarai sempre / Tutto quello che ho sempre voluto era che tu sapessi che ci tengo”.
Alla pubblicazione di questo disco, gran parte dell’entourage dei Guns N’Roses aveva fatto delle stime sull’impatto che questo disco avrebbe avuto sul mercato discografico. Nessuno si avvicinò al numero di vendite, nemmeno Tom Zutaut, A&R di Geffen, che aveva stimato circa 5 milioni di copie vendute. Appetite For Destruction ha venduto più di 30 milioni di copie, dando prova dell’importante impatto che i Guns N’Roses ebbero sulla musica
Voto: 9.8/10