Hyper Pop

Quadeca: La recensione di “Scrapyard”

  • Quadeca – Scrapyard
  • 19 febbraio 2024
  • ℗ deadAir

Benjamin Lasky, in arte Quadecanon sa proprio stare fermo: fin da giovanissimo si destreggia con Youtube, coi videogiochi, con la musica, col calcio e con le produzioni rap. Scrapyard è l’ultima mixtape release di un artista che, nonostante la classe 2000, è già attivo da alcuni anni, tanto che il primo LP risale al 2019, Voice Memos, con varie uscite che lo hanno preceduto. Legato fin da piccolissimo all’ambiente rap, negli anni vi rimane fedele aggiornando le sue produzioni e mantenendo il suo stile in un nuovo mappamondo del rap ormai influenzato dalla digital era, in particolare tramite I Dind’t Mean to Haunt You, album del 2022 a cui deve il maggior successo e la maggiore svolta artistica. 

Anticipato da alcune previewScrapyard esce il 16 febbraio 2024 sotto DeadAir (la stessa label con cui uscì IDMTHY), ed è la versione finale degli omonimi Scrapyard I, II, III, rilasciate alla fine del 2023 (il quarto e il quinto non vedono ufficialmente una luce, quindi arrivano direttamente sul mixtape completo). Affida l’artwork di copertina a Paige Prier, che aveva curato già quelle delle raccolte di Scrapyard precedenti e di IDMTHY). 

Scrapyard

Per il suo nuovo prodotto, Lasky si avvale della presenza di due altri giovani artisti del panorama americano recente, ossia Kevin Abstractfounder del collettivo rap Brockhampton e solista, e Brakence, produttore e artista in particolare in ambito glitch pop/hyperpop. Con loro in studio, Scrapyard assume un aspetto ancora più variopinto, aperto a influenze e sperimentazioni che ribaltano costantemente il parco giochi musicale imposto da Quadeca, che si mette a nudo e si scopre a 360° sulle sue problematiche, sulle sue insicurezze.

Le quindici tracce che compongono il nuovo lavoro di Lasky, tutte in caps lock come il titolo del disco, rappresentano tre quarti d’ora molto sostenuti, pieno di emozioni sublimanti che vorticano da un brano e l’altro. Apre DUSTCUTTER, un mix di sound morbidi e incisivi allo stesso tempo, in grado di colpire l’ascoltatore con dolcezza e rabbia allo stesso tempo, seguita dal featuring con Brakence in A LA CARTE, che incrocia strofe rap e melodie con sonorità contemporanee. Quadeca si destreggia come un danseur étoile nelle interpretazioni hip hop, da brani tendenti al glitch (WHAT’S IT TO HIM) all’emo rap melodico (PRETTY PRIVILEGE), dallo spoken word (U TRIED THAT THING WHERE UR HUMAN) fino a strofe veloci, taglienti, personali (EVEN IF I TRIEDGUESS WHO?) e brani molto sofisticati nella produzione elettronica (BEING YOURSELF). 

Ci sono ballate elettroniche, calde ed eteree, come U DON’T KNOW ME LIKE THAT EASIER, mentre dall’altra parte si trovano lenti introspettivi ed emotivi, come UNDER MY SKIN GUIDE DOG.  Conclude TEXAS BLUE, il brano che ha visto la partecipazione di Kevin Abstract e dove, su un giro di piano che ricorda vagamente i primi 21 Pilots, lui e Ben duettano con grande affabilità.

Quadeca pone un passo avanti nella sua carriera discografica rielaborando le produzioni degli ultimi anni condendole con una stimolante fantasia, in grado di arricchire e sfaccettare la sua attività musicale. A fronte di una giovanissima carriera, seppur già avviata e riconosciuta, Lasky conferma in Scrapyard una creatività di un produttore di livello, che mescola ingredienti provenienti da più realtà musicali in maniera sapiente e coerente, in un dialogo intimo con la sua generazione e su chi sia lui stesso.  

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