Kanye West – Late Registration
30 Agosto 2005
℗ UMG Recordings, Inc.
“The College Dropout”, uscito nel 2004, aveva fatto di Kanye West uno dei migliori rapper/producer di quel periodo. E si sa che quando un disco di debutto genera così tanti giudizi positivi, diventa parecchio difficile restare in linea con le aspettative per i dischi successivi. Non è il caso di Ye, perché il suo secondo disco, “Late Registration”, supera di gran lunga quello di debutto e ogni tipo di aspettativa. È a tutti gli effetti il punto da cui parte la rivoluzione hip-hop dei giorni nostri.
Mettetevi comodi perché sta per iniziare il Kanye West Show.
“Late Registration” nasce sotto l’estro creativo non solo di Kanye. A dare una connotazione diversa al disco, è il produttore Jon Brion (Frank Ocean, Fiona Apple, Macy Gray), che porta l’album verso orizzonti sonori parecchio lontani dal disco precedente. Jon Brion non è solo colui che vede produzioni ricche di elementi tradizionali e orchestrazioni, combinate ai suoni soul degli anni ’70. Brion è colui che ha trasformato il Kanye confuso e controverso in un Kanye visionario, in grado di fare delle sue imperfezioni un punto di forza. Su suoni acidi e le voci nitide di Ye, si crea lo spazio perfetto per una serie di collaborazioni che calzano a pennello su ogni traccia, da Nas e Jay-Z all’emergente Lupe Fiasco.
A livello produttivo, “Late Registration” segna un punto di rottura, dall’hip-hop tradizionale a quello dei giorni nostri. I suoni sono gonfi estremamente studiati e mescolati insieme. Il disco attraversa fasi in cui si distacca dal rap tradizionale per andare a esplorare sonorità trip-hop, salvo poi passare a tracce bom-bap, in maniera quasi perfetta.
Il disco inizia con un loop di pianoforte, accompagnato dalla voce di Adam Levine dei Maroon V, prima dell’ingresso di Kanye. Il vero primo singolo d’oro di questo disco è “Touch The Sky”, prodotta da Just Blaze. La traccia utilizza i campioni di ‘Move on Up’ di Curtis Mayfield. Su un beat caratterizzato da percussioni africane, avviene la svolta di Lupe Fiasco, che per la prima volta entra nel “mondo dei grandi”. “Gold Digger”, mescola loop di Ray Charles alle produzioni concettualmente più visionarie di Mr. West, condite con irriverenza, umorismo e un pizzico di arroganza. C’è inoltre il continuo di una collaborazione che dura tutt’oggi, quella con MIKE DEAN, che ne ha curato il mix.
Dal precedente disco, Ye prende solo le tematiche politiche e sociali, riversate in “Diamonds from Sierra Leone (Remix)”. “Crack Music” affonda le radici nell’Hip-Hop più aggressivo, prendendo in prestito The Game che aggiunge voci rauche a ritmi stile gangsta rap.
Le armonie di Brandy in “Bring me Down” creano una pista di decollo per una traccia estremamente articolata, costituita da arpeggi di piano forte e potenti orchestrazioni, che però non arrivano dove vorrebbero. A differenza di “Dropout”, questo disco ha delle tracce deboli, come nel caso di “Graduation”, ma questo poco importa quando tutte le altre mantengono in piedi il disco.
La durata di circa un ora e dieci, da spazio anche a tracce più sentimentali, come nel caso di “Roses” o “Hey Mama”. In “We Major” Ye torna con un boom-bap old school, mescolato ad una produzione estremamente gonfia e le barre intrise di spiritualità di NAS.
“Late Registration” è un disco tentacolare, capace di muoversi tra i generi, capace di mettere insieme personalità estremamente diverse fra loro. È il disco che ha convertito un ragazzo problematico e insicuro in uno dei fiori all’occhiello del rap del nuovo secolo.
Voto: 8.8/10