Tuesday Music Revival: The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars – David Bowie

  • David Bowie – The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars
  • 16 Giugno 1972
  • ℗ Parlophone Records Limited / RCA

Il 16 Giugno del 1972 l’alieno con i capelli arancioni venuto da un altro pianeta decide le sorti dei due generi più ascoltati nella storia della musica. “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” mescola in maniera eccezionale Rock, Pop e Glam e diventa in un battito di ciglia il punto di partenza di tanti progetti post ’72. Questo è l’album delle prime volte. È la prima volta in cui l’alter-ego di Bowie trova un’immagine vera e propria. La prima volta che Bowie introduce progetto che somiglia ad un concept album. La prima volta che Bowie è Bowie al 100%. Sotto suoni caldi, chitarre sfarzose e melodie sofisticate, si nasconde un atteggiamento quasi punk, condito con stravaganza e irriverenza. 

L’identità di Ziggy Stardust è facile da comprendere, mentre i “Ragni da Marte”, citati nel titolo non sono altro che la band di Ziggy, ossia la band di Bowie, composta da Mick Ronson, Trevor Bolder e Michael Woodmansey. Alla produzione viene assunto Ken Scott che, oltre ad aver prodotto il precedente album di Bowie, “Hunky Dory”, aveva prodotto anche per i “Beatles” tracce come “Hey Jude” e “While My Guitar Gently Weeps”.

Un pattern rallentato di batteria accompagna semplici e brillanti accordi di pianoforte. La semplicità e la calma dell’arrangiamento di “Five Years”, prima traccia del disco vanno in netto contrasto con l’argomento trattato. Alla terra rimangono cinque anni di vita, la disperazione dilaga, gli adulti perdono il contatto con la realtà e i bambini sono lasciati a loro stessi. “Soul Love” ha un arrangiamento più corposo rispetto alla title track, armonie vocali, sezioni di ottoni, sax, chitarre distorte e un Ziggy Stardust che entra in contatto con le varie tipologie d’amore che pullulano sulla terra. In questa canzone inizia a emergere il filo conduttore del disco. Qui Ziggy è attratto dalla terra, ne vede i suoi lati positivi, a tal punto che vorrebbe in qualche modo salvarla. “Moonage Daydream” si perde in sfarfallanti melodie di violini, la voce carica di echi e l’assolo finale che sembra diventare una sirena danno un’aria quasi allucinogena alla canzone. 

“Starman” non è solo una delle canzoni più iconiche dell’album, ma dell’intera discografia di Bowie. Il suo arrangiamento, salvo alcuni punti, non è troppo complesso, per la maggior parte si tratta di chitarra acustica, sezione ritmica, archi e una voce che più che cantare racconta. Questo perché la vera parte complessa di questa canzone sta nel testo. “Starman” è un personaggio solitario, che ha visto il mondo autodistruggersi, che avrebbe voluto impedire che ciò accadesse, ma che non ha potuto fare nulla. Il ritornello della canzone si chiude con un messaggio di speranza: “Let the children lose it / Let the chidren use it / Let all the children boogie”, non è altro che un modo per dire di permettere ai bambini di vivere la loro infanzia felici, senza impedirgli di commettere errori, perché è proprio da essi che si impara. “It ain’t Easy”, è una cover di una canzone scritta da Ron Davis. Bowie si districa agevolmente tra line melodiche blues slide e strati armonici. “Lady Stardust” racconta di un uomo androgino, e bisessuale. Non si vergogna di quello che è finche lui sta bene con sé stesso. In “Star” si alternano chitarre cruncy a accordi di piano brillanti, una voce riverberata, mentre la canzone viaggia a due ritmi diversi prima accelerato, poi più lento. Nella canzone Ziggy capisce che forse lasciare che le cose accadano non va bene, forse dovrebbe essere “Come una Rock & Roll Star”. 

“Hang on to Yourself”, pubblicato in precedenza sotto un altro nome non aveva riscosso molto successo, durante la stesura di The Rise and Fall of Ziggy Stardust, venne riadattato. I riff distorti e il ritmo accelerato gli danno un alone punk. “Ziggy Stardust” ci da l’occasione di vedere il personaggio di Ziggy da un’altra prospettiva, quella degli Spiders from Mars. Descrive una Star che più diventa famosa, più si appropria di tutta la scena, mettendo in disparte il resto della band. È come se l’uomo delle stelle, innamorato di questo pianeta, sia diventato “marcio” come i suoi abitanti, una volta arrivato sulla terra. Questa canzone segna l’inizio del declino di Ziggy Stardust. “Suffragette City” esprime la perdita di spina dorsale da parte del protagonista. Ora la ragazza con cui sta lo controlla attraverso il sesso, ha l’ultima parola sulle persone che frequenta. “Rock ‘n’ Roll Suicide” è l’ultima traccia del disco, nonché una delle più complesse a livello di arrangiamento. In questa canzone c’è tutto, sezioni di ottoni, archi, distorsioni echi. È l’ultimo spettacolo, la battuta finale, il sipario che cala. È la fine di Ziggy Stardust. La traccia è il racconto di quello che lo stile di vita i riflettori puntati costantemente addosso e un ambiente malsano possono fare ad una persona. La canzone cresce costantemente fino all’ultimo sospiro, prima della chiusura degna del finale di un film anni 50. 

Nonostante, come preannuncia il titolo dell’album, Ziggy Stardust sia nato e morto nei 39 minuti di questo disco, rimarrà dentro Bowie per svariati album dopo l’uscita di questo disco. 

Voto: 10/10

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