Un viaggio nella penombra di Cellophane Memories

Review

Voto
7.9/10
Overall
7.9/10
  • Chrystabell & David Lynch – Cellophane Memories
  • 2 agosto 2024
  • ℗ Sacred Bones

“Chiunque, persino un deficiente, può prendere una canzone e ficcarla in un film. Per me la cosa si fa interessante quando il pezzo non se ne sta solamente lì appiccicato. Deve possedere degli ingredienti che siano davvero adatti a far parte della trama”.

Questa dichiarazione di David Lynch mette subito in chiaro cosa ha sempre fatto il maestro del noir durante la sua carriera. La musica non è quindi un elemento a sostegno o a supporto, ma è un personaggio fondamentale che partecipa alla storia. Non a caso il terzo capitolo di Twin Peaks (2017) ribadisce questa filosofia,  oltre a riproporre nelle scene molti musicisti, tra cui Eddie Vedder e i Nine Inch Nails (in passato anche David Bowie).
Forte di questa convinzione ancora oggi, l’artista ha rilasciato Cellophane Memories in collaborazione con la sua musa Chrystabell (anche lei nell’ultimo Twin Peaks).

Arrivati al terzo lavoro insieme, il duo ha consolidato gli esperimenti sonori di This Train e Somewhere in the Nowhere, firmando dieci tracce ispirate da una “passeggiata notturna attraverso una foresta di alberi alti”.

Cellophane Memories

Il regista è solito andare oltre il superficiale per immergersi nei meandri oscuri del visibile e dell’invisibile, cercando con tutte le forme artistiche che padroneggia (ricordiamo che, oltre ad essere regista, è sceneggiatore, attore, musicista e pittore) un barlume che dia senso alla battaglia tra luce e oscurità.
L’opera è uniforme, concettuale, suddivisa in formato canzone ma amalgamata da una trama sonora da soundtrack in cui la voce di Crystabell si scioglie calda e sensuale, riflettendosi nel panorama onirico raccontato dai sintetizzatori.
Sullo sfondo di questo panorama ci sono sempre una figura maschile ed una femminile, come si intuisce nel primo episodio. Ed è proprio in She Knew che il cantato sembra subito scivolare morbido sulle note.

Da questo momento in poi converrebbe ascoltare l’album senza nessuna distrazione, per entrare nell’immaginario proposto dai musicisti.
Le voci della cantante si rincorrono ma senza fretta, i suoni sono dilatati, così come lo spazio e il tempo. Il risultato è un’ambientazione in cui perdersi e, a tal proposito, Crystabell ha dichiarato di immaginarsi “molte porte lasciate aperte per meravigliarsi, vagare e sentirsi sconvolti”.
In So Much Love, ad esempio, ci si rispecchia alla perfezione con la visione di Lynch. I sussurri e le note incantate di Crystabell si annodano alle tastiere. È tutto così intenso che sembra di essere ovunque e da nessuna parte.
A livello compositivo si distingue leggermente The Answers To The Questions, che in realtà ricorda i passaggi blues-western del Lynch solista.

E se con With Small Animals si ha la sensazione di trovarsi all’interno dell’universo musicale di Blade Runner, in Reflections In A Blade c’è la descrizione in musica e parole di un incubo, un cortometraggio dell’inconscio riproposto in formato soundtrack.
Una carezza noir carica di paura e di sollievo al momento del risveglio.

Nel video di presentazione della ending track Sublime Eternal Love, il regista cerca di catturare la teatralità della cantante triplicando la sua immagine ed esaltando il suo magnetismo.
Che sia un sogno, un incubo, una visione crepuscolare o notturna, a 78 anni David Lynch dà prova in Cellophane Memories, ancora una volta, di riuscire a creare storie in cui ci si può immergere totalmente. Storie in cui perdersi e ritrovarsi, ascoltando il buio e cercando la luce, consolandosi nella penombra.


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