Yonic South: La recensione di “Devo Challenge Cup”

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  • Yonic South – Devo Challenge Cup
  • 03 Febbraio 2023
  • ℗ Wild Honey Records

Dall’ultima uscita, in piena pandemia, i “Yonic South”, tornano con un nuovo EP intitolato “Devo Challenge Cup”. Nati all’interno di una Citroen, la band potrebbe ricordare “vagamente” il nome di un altro gruppo di New York di primi anni ’80. Ma questo non è l’unico riferimento, nel nuovo EP della band bresciana ci sono citazioni ai “Devo”, in particolare a “Mark Mothersbaugh” “Blink-182” e come in gran parte dei lavori precedenti, ai “Twix” (Si, le barrette di cioccolato). Nonostante i riferimenti alla Pop Culture e alle band punk di primi anni ’70, possano far pensare ad un disco mediocre e con testi poco incisivi, “Devo Challenge Cup” ha superato le mie aspettative. A differenza del lavoro precedente uscito per “La Tempesta Dischi”, quest’album esce sotto “Wild Honey Records”. I Yonic South hanno lasciato da parte le sperimentazioni noise e psichedeliche di Twix & Drive, portando il progetto sul garage punk: riff suoni metallici e spigolosi e testi brevi.

L’EP si apre con “The Helmet”. Delle progressioni arabeggianti si accostano a suoni metallici e distorti, la voce del cantante, presa in prestito a “21st Century Schizoid Man” dei King Crimson, ci introduce in un mondo dalle atmosfere deliranti. A bordo di una Citroen Picasso per “gareggiare in una gara che non possiamo vincere”. Prima ancora di rendersi conto, si piomba alla traccia successiva. Mr. Fliptop sembra un festino anni ’70 a base di acidi, la voce assume delle punte irriverenti e si ritrova un tema attuale, riguardo la Russia. Sulla stessa scia ritmica delle due tracce precedenti, veniamo introdotti a “Girl U Want”. È la storia di una ragazza bella e dal profumo inebriante, ma inarrivabile. Non mancano i riferimenti alla cultura pop, come detto in precedenza. Nella canzone troviamo citazioni a Miss Peach e gli immancabili Twix. Fill di rullante e distorsioni compatte aumentano l’intensità fino a condurci verso la quarta traccia del disco. “Drums Hero” crea atmosfera per ciò che verrà dopo. Aumenta il patos con un’ambientazione da duello western mista ad un rullante da plotone d’esecuzione. Mentre il batterista da sfoggio delle sue abilità ci si ritrova catapultati nella traccia più forte dell’EP, scelta come singolo. “Mark Mothersbaugh Alterego” ha un’andatura più alta, come se a bordo di quella Citroen qualcuno abbia premuto il pulsante del turbo. “Ti troverai in un luogo impossibile da descrivere” dice il cantante, un mondo dove il reale e l’irreale si mescolano. Un mondo dove, se riesci ottenere ciò che hai sempre voluto dovrai prenderti carico anche di tutte le cose che non avevi considerato. L’alter-ego di Mark Mothersbaugh chiede ai ragazzi di scegliere la canzone che preferiscono, loro lo fanno e si dirigono verso la traccia finale dell’EP. “All The Small Twix” è una citazione alle già ampiamente discusse barrette di cioccolato e una vera e propria cover (tanto che il gruppo ha dovuto dare i crediti a Mark Hoppus e Tom DeLonge), alla “All The Small Things” dei Blink-182 contenuta in “Enema of the State”. Il delirio di questo EP si consolida verso metà traccia, dopo che il gruppo canta la prima strofa della canzone dei Blink, ritornano tutti quei suoni psichedelici e noise, che per le cinque tracce precedenti erano stati evitati.Ora traiamo delle conclusioni. Questo EP non è sicuramente un capolavoro, ha diversi punti deboli, che risiedono per la maggior parte nella stesura dei testi e nelle argomentazioni, un’altra pecca è legata principalmente al costante richiamo alla cultura pop, che va in netto contrasto con quello che il genere vuole trasmettere per definizione. Oltre queste piccole sbavature il disco è sicuramente interessante, soprattutto dal punto di vista produttivo e dalla scelta della palette di suoni che è stata utilizzata.

Voto: 6/10

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